December 2, 2012

I Racconti del Terrore

I Racconti del Terrore
1962 – Regia: R. Corman 

Inutile dire che Corman si trova a suo agio quando si tratta di tradurre su pellicola le opere di E. A. Poe. I Racconti del Terrore è costituito da tre episodi Morella, Il gatto Nero e Valdemar ispirati ai racconti del grande scrittore americano. In più se la sceneggiatura la scrive Richard Matheson, il gioco è fatto.
Ho trovato tutti e tre molto interessanti, ben girati; soprattutto Il Gatto Nero poteva essere complicato da rendere su schermo, perchè il racconto da cui è tratto gioca su una trama sottile ricca di stati emozionali, invece l'utilizzo di alcune modifiche alla trama e il fatto di accentuare l'effetto grottesco hanno fatto sì che l'episodio risulti probabilmente il migliore dei tre, grazie anche alla presenza di uno strepitoso Peter Lorre ben coadiuvato da un bizzarro Vincent Price in una versione al limite dell'umoristico. Da ricordare la scena della sfida della degustazione dei vini tra Montresor (Lorre) e Fortunato (Price).
Vincent Price è il filo conduttore dei tre episodi, infatti è l'unico attore sempre presente, e vi assicuro che la sua presenza si sente eccome, favoloso nelle tre versioni di padre (in Morella), amante (in Il Gatto Nero) e marito (in Valdemar); capace di modulare la recitazione in maniera perfetta.
Per quanto riguarda Morella e Valdemar sono ottimi entrambi per diversi aspetti; Morella è incredibile per la scenografia e i colori mozzafiato, il vecchio castello dove si svolge la vicenda ha degli interni stupendi e anche gli effetti speciali sono molto efficaci. Valdemar è interessante a prescindere perchè tratta di un tema affascinante: il mesmerismo, leggete se potete il racconto da cui è tratto l'episodio (La verità sul caso di Mr. Valdemar), dove uno scienziato utilizza i metodi di Mesmer per mantenere in vita il cervello di un uomo dopo la sua morte. Bellissimo il macchinario utilizzato per mesmerizzare Mr. Valdemar.
Sicuramente e giustamente Corman è ricordato per altre pellicole, ma non lasciatevi sfuggire questa piccola perla, soprattutto se siete amanti dei film ad episodi in stile Amicus.

November 26, 2012

Il Boia Scarlatto

Il Boia Scarlatto
1965 – Regia: Massimo Pupillo

Il boia Scarlatto è un cult. Detto questo si può iniziare.
Si tratta della seconda pellicola horror/gotica firmata da Pupillo (la prima è “5 tombe per un medium"),sceneggiata da Roberto Natale e Romano Migliorini, due sceneggiatori di grande esperienza e bravura nell'ambito dei film di genere del periodo, basti ricordare che Migliorini ha firmato la sceneggiatura di “Operazione paura” di Bava.
Il film prende a piene mani e rende omaggio agli eroi neri dei fumetti di quel periodo, vale a dire Satanik, Kriminal, e tutte quelle riviste pulp/horror che tanto andavano di moda in quegli anni.
Il film si apre con l'arrivo di un editore di romanzi horror da edicola con la sua troupe in un castello, scelto come location per una serie di foto horrorifiche per le sue pubblicazioni. Il castello è abitato da un ex attore isolato dal mondo che permette alla troupe di effetturare il servizio fotografico, ma alcuni membri della compagnia ospitata durante una perlustrazione nei sotterranei romperanno il sigillo che imprigionava, dentro una Vergine di Norimberga, il boia scarlatto feroce criminale condannato a morte nell 1600.
A questo punto inizieranno una serie di omicidi che mineranno la tranquillità del lavoro della troupe. La figura del boia scarlatto esteticamente è un misto tra Diabolik e l'Uomo Mascherato, perfettamente interpretato da Mickey Hargitay, che probabilmente non brilla per la recitazione, ma per quanto riguarda fisico e energia risulta perfetto.
Buona la fotografia e la sceneggiatura, che dopo un'inizio scoppiettante e leggero vira lentamente nel tragico con un finale ambientato nei sotterranei dove si assisterà a una serie di supplizi medievali effettuati dal boia a spese delle modelle della troupe. Imperdibile la tortura delle lame che lentamente stracciano i vestiti delle sventurate ragazze.
Da ricordare che gli effetti speciali sono di Carlo Rambaldi, del quale Pupillo sembra non fosse rimasto soddisfatto, infatti nei film seguenti tornerà lui stesso a occuparsi degli effetti.
Assolutamente una pellicola da vedere capace di imprimere nella mente quel gusto horror erotico degli anni '60, il tutto condito da una sensazione di proibito che aleggia in tutto il film.
Ho avuto il piacere di vedere alcune pagine del cineromanzo tratto dal film apparso sulle pagine della rivista Malia del 1966. Fantastico.

Bibliografia: Bizarre Sinema - Horror all'italiana. A. Bruschini.

November 20, 2012

Nude...si muore

Nude...si muore
1967 - Regia: Anthony Dawson

Anthony Dawson vale a dire Antonio Margheriti, inutili le presentazioni.
Insieme a Mario Bava e pochi altri è il regista che maggiormente ha dato le linee guida del film di genere negli anni '60 e '70. Qui è alle prese col più classico (ora possiamo definirlo classico) thrilling all'italiana.
Inizialmente il film doveva essere girato da Mario Bava ma, visto che era impegnato con Diabolik, i produttori hanno passato la regia a Margheriti che si è occupato di sistemare leggermente la sceneggiatura rendendola più sua.
Inutile dire che il film si rifà molto al capostipite del genere thriller, vale a dire “sei donne per l'assassino”, indiscusso capolavoro che ha sancito la nascita di molti clichè come gli omicidi in serie caratterizzati dalla cruenza e l'originalità delle morti e l'assassino con guanti neri. Probabilmente vi verranno in mente una valanga di film con queste caratteristiche, bene, gran parte si deve a “sei donne per l'assassino” diretto da Mario Bava.
Ma torniamo al nostro film. L'unica location, apparte la scena iniziale, è un collegio aristocratico femminile dove avvengono una serie di delitti, chi sarà l'assassino?
La pellicola scorre via senza troppi scossoni con un finale in crescendo che porterà alla scoperta dell'assassino. Interessante il colpo di scena finale e la costruzione della storia che porterà ad un punto in cui molti personaggi potrebbero essere il colpevole.
Premetto che, nonostante il titolo, il film non ha niente di erotico; girato splendidamente, con un'ottima fotografia, fa rivivere in pieno gli ormai lontani anni '60: tappezzerie, telefoni a cornetta, pettinature, e anche un retro gusto per la commedia di quel periodo, con un personaggio, Jill (una ragazza del collegio), capace di stemperare la tensione con interventi al limite dell'umoristico. Forse un po' troppo per i miei gusti.
Praticamente niente sangue, quasi tutti gli omicidi avvengono per strangolamento, insomma in definitiva un giallo soft con un “innegabile gusto pop” (cit. F. Giovannini).
Sta di fatto che si tratta di un buon film, sicuramente molto lontano dai capolavori del periodo, ma capace di farsi apprezzare, grazie anche alle ottime musiche.

November 19, 2012

A mezzanotte prenderò la tua anima

A Mezzanotte prenderò la tua anima
1964 - Regia: Josè Mojica Marins

Il regista Josè Mojica Marins al suo primo film.
E' considerato il primo horror brasiliano, censurato in molte regioni del Brasile ha un incredibile successo di pubblico dove viene proiettato. Che dire, innanzittuto JMM è un personaggio incredibile, con le sue unghie lunghissime, il suo viso brutto, sporco, fastidioso. Nato a San Paolo in Brasile a 12 anni comincia a girare i suoi primi cortometraggi, una vita dedicata al cinema oscuro, ne suoi films si tocca con mano una visceralità e una ricerca spasmodica verso le immagini destabilizzanti (stiamo parlando degli anni '60). Fin da questa pellicola trova un modo di girare molto personale che lo rende a suo modo unico, il monologo iniziale è un marchio di fabbrica, il bianco e nero è sporco, malsano, sembra quasi di respirare il tanfo dei cimiteri.
Protagonista stesso di molti suoi film con questa pellicola incarna la figura stravagante di Zè do Caixao, becchino di una città non ben identificata. Va in giro con un mantello nero e un cappellaccio creando disagio e offendendo apertamente la popolazione che lo odia ma ne ha anche una grande paura. Cattivo, divorato dall'idea della continuità della sua stirpe decide di uccidere la moglie perchè sterile (notevole la scena della moglie legata nel letto che uccide liberando un ragno velenoso che le morde la gola). Presente praticamente in tutte le scene, Zè do Caixao (Joe Coffin nelle versione inglese) rappresenta il centro di un universo dove ruotano intorno personaggi minori, comparse, una popolazione generalizzata totalmente succube del suo ipnotismo. Un'autocentramento portato all'estremo, lui è il bene e il male, non ha avversari, solo marionette da usare a piacimento.
C'è una purezza nella sua cattiveria e blasfemia che rende il personaggio molto interessante, un'ombra nitida che si staglia sulla cittadina, non c'è possibilità di scelta, sei per forza contro di lui.
Zè do Caixao è capace di incarnare il lato oscuro senza la minima sfumatura.
Un grande film di culto assolutamente da non perdere.

November 14, 2012

Battle Royale

Battle Royale di Koushun Takami - Mondadori.

Come un soggetto spettacolare non sempre sia sinonimo di libro spettacolare.
In una utopica Repubblica della Grande Asia, stato totalitario ai limiti del vivibile,
quarantadue studenti vengono deportati su un'isola deserta per partecipare a una sorta di estremo reality show. Ad ognuno viene data una borsa con un arma casuale, lasciati liberi nell'isola il loro compito è quello di rimanere vivi uccidendo i compagni, l'ultimo sopravvissuto sarà il vincitore, hanno tre giorni di tempo altrimenti moriranno tutti.
Il libro si focalizza su alcuni studenti seguendone le vicende, combattimenti all'ultimo sangue, situazioni estreme a cui far fronte sono gli aspetti più interessanti del romanzo; vi sono alcuni passaggi veramente riusciti e altri sinceramente troppo "soft": in alcuni punti si respirano intrecci amorosi un pò ingenui messi in risalto in particolare dai dialoghi, non all'altezza in molte pagine del libro.
Altra pecca risiede nella caratterizzazione dei personaggi e nella loro psicologia, vedi troppi eroi. Ripeto l'idea di base è intrigante, e in definitiva il libro ti tiene incollato non fosse altre per sapere come finirà la vicenda. Si sarebbero potute sviluppare meglio le dinamiche tra i partecipanti al "gioco", con riflessioni antropologiche notevoli. Era un'occasione assolutamente da non perdere, poteva essere una versione estrema del "Signore delle mosche".
Dal libro è stato tratto un film, probabilmente vale la pena guardarlo solo per la presenza di Kitano nel ruolo del cattivo.

November 13, 2012

Capitan Kronos - cacciatore di vampiri

Capitan Kronos - cacciatore di vampiri
1974 - Regia: Brian Clemens

Mi spiace, ma quando si tratta di una produzione Hammer perdo tutta la mia obiettività. Appena compare la scritta "a Hammer Production" nei titoli di testa è subito un brivido, poi il bosco, giovani fanciulle indifese con abiti contadini ottocenteschi, una figura vampiresca alle loro spalle. Insomma si tratta di un classico Hammer passato abbastanza in sordina che secondo me merita di essere riscoperto. 
Come avrete capito il personaggio principale è Capitan Kronos, ex comandante delle guardie imperiali che va in giro per il mondo a sconfiggere il male. Supportato da un aiutante gobbo e una giovane Caroline Munro nel ruolo di una bellissima contadina. 
Colori, costumi, scenografie, tutto splendido, trama costituita da un classico canovaccio ma con alcuni twist veramente ottimi. La figura di Kronos rimane per tutto il tempo oscura e silenziosa, non so perchè ma mi ha ricordato John Carradine in Kung Fu (non chiedetemi perchè). Il film è ammantato da una serie di rituali di varia natura che danno un tocco particolare alla pellicola, dal seppellimento delle rane alla preparazione della spada passando per le ripetute nottate amorose del protagonista con la Munro. Bella la scelta di far invecchiare le persone quando vengono morse dal vampiro e bello anche il finale che presenta un piccolo colpo di scena molto efficace. 
Insomma un bel film, poca azione e molta atmosfera.

November 12, 2012

Il Castello di Dracula

Il Castello di Dracula
1969 - Regia: Al Adamson

Lo ammetto, ho preso questo film principalmente per la locandina. Penso incarni perfettamente la mia idea di gotico anni '60. Bellissima illustrazione, font perfetto, insomma un gioiellino.
La trama è presto detta, una giovane coppia riceve in eredità un castello che è occupato da dei particolari affittuari: due vampiri, uno psicopatico, un maggiordomo e un custode mostruoso. Le premesse sembrano interessanti?
Peccato che la pellicola cerca di unire l'horror ingenuo del tempo (?) ad un pizzico di humor. Qualche spunto interessante c'è: la scena delll'inseguimento dell'assassino psicopatico nel fiume è un tocco di classe e in generale è proprio questo personaggio ha dare un minimo di interesse al film che per il resto scivola via in maniera piuttosto neutra . Il problema è che in definitiva si tratta di un filmetto di vampiri un pò umoristico, cosa gli si può chiedere di più? 
I due vampiri (marito e moglie) mi hanno ricordato per certi versi Gomez e Morticia della Famiglia Addams ma il livello dell'humor nero nel film è nettamente inferiore e più stereotipato.
Da sottolineare comunque la presenza di un sotterraneo con giovani donne imprigionate, ragni, topi e bare.