November 20, 2012

Nude...si muore

Nude...si muore
1967 - Regia: Anthony Dawson

Anthony Dawson vale a dire Antonio Margheriti, inutili le presentazioni.
Insieme a Mario Bava e pochi altri è il regista che maggiormente ha dato le linee guida del film di genere negli anni '60 e '70. Qui è alle prese col più classico (ora possiamo definirlo classico) thrilling all'italiana.
Inizialmente il film doveva essere girato da Mario Bava ma, visto che era impegnato con Diabolik, i produttori hanno passato la regia a Margheriti che si è occupato di sistemare leggermente la sceneggiatura rendendola più sua.
Inutile dire che il film si rifà molto al capostipite del genere thriller, vale a dire “sei donne per l'assassino”, indiscusso capolavoro che ha sancito la nascita di molti clichè come gli omicidi in serie caratterizzati dalla cruenza e l'originalità delle morti e l'assassino con guanti neri. Probabilmente vi verranno in mente una valanga di film con queste caratteristiche, bene, gran parte si deve a “sei donne per l'assassino” diretto da Mario Bava.
Ma torniamo al nostro film. L'unica location, apparte la scena iniziale, è un collegio aristocratico femminile dove avvengono una serie di delitti, chi sarà l'assassino?
La pellicola scorre via senza troppi scossoni con un finale in crescendo che porterà alla scoperta dell'assassino. Interessante il colpo di scena finale e la costruzione della storia che porterà ad un punto in cui molti personaggi potrebbero essere il colpevole.
Premetto che, nonostante il titolo, il film non ha niente di erotico; girato splendidamente, con un'ottima fotografia, fa rivivere in pieno gli ormai lontani anni '60: tappezzerie, telefoni a cornetta, pettinature, e anche un retro gusto per la commedia di quel periodo, con un personaggio, Jill (una ragazza del collegio), capace di stemperare la tensione con interventi al limite dell'umoristico. Forse un po' troppo per i miei gusti.
Praticamente niente sangue, quasi tutti gli omicidi avvengono per strangolamento, insomma in definitiva un giallo soft con un “innegabile gusto pop” (cit. F. Giovannini).
Sta di fatto che si tratta di un buon film, sicuramente molto lontano dai capolavori del periodo, ma capace di farsi apprezzare, grazie anche alle ottime musiche.

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